Archivi categoria: Poesia

Eclisse di luna

Ti osservavo al tuo nascere, eri allegra e rubiconda,
sembravi la faccia di un bambino figlio di contadini d’altri tempi.
Ti invidiavo, dimenticandomi di quello che ti aspettava.
Le tue gote si sarebbero oscurate e saresti diventata rossa
e triste come chi piange e non sa darsi pace.
Quando poi ti ho vista come una palla scura mi sono detto:
“Ora è dello stesso stato d’animo di un povero mortale nel travaglio”.
Per un momento mi sembrò sentire la tua voce:
“Cosa  ho fatto di male per meritare d’essere privata della luce del mio sole”.
Le stelle ti brillavano tutto attorno, solo tu eri triste e inconsolabile.
Le tue implorazioni  sortirono l’effetto sperato.
Prima timidamente, poi sempre più, hai  ripreso il tuo chiarore,
d’incanto sei diventata più lucente e radiosa di prima.
Tanto che ho capito: “Ora sta ringraziando il suo Creatore”.
Strizzandomi l’occhio mi hai fatto capire: “Stolto non vedi cosa ti succederebbe
se pensasti di fare a meno della luce del tuo Dio.
Se quando nei momenti tristi tutto attorno a te si fa buio
Fa uno sforzo, guarda il cielo, solo così troverai la soluzione
e la luce tornerà a splendere nella tua vita”.

Il donatore AVIS

Tutti gli anni leggi sui giornali
titoli a caratteri cubitali.
Anche quest’anno il Capo dello Stato
i Cavalieri del lavoro ha nominato.
Ogni premiato, è normale,
ha avuto un merito speciale.
In terza pagina c’è un articoletto
che riguarda un incidente maledetto.
Per fortuna il malcapitato
con varie trasfusioni i medici hanno salvato.
Distratto caro il mio lettore,
per quel sangue c’è stato un donatore!
Un donatore che gratuitamente
ha dato il suo sangue non chiedendo niente.
(Qualche Cavaliere, non tutti, il sangue ha succhiato
per arrivare al punto dov’è arrivato).
Ai donatori dell’A.V.I.S. questo non impressiona,
loro lo sanno che hanno fatto un’opera buona.
Quand’è sul lettino del Centro trasfusionale
per lui donare è una cosa normale;
non si chiede a chi, il sangue è destinato:
lui è contento di averlo donato
se a un bianco, a un negro o mulatto,
gli basta sapere che a salvare una vita ha collaborato.
Sono certo che se Dante riscrivesse la sua opera immortale,
in Paradiso al donatore riserverebbe un posto eccezionale.
Non voglio esser cattivo, ma certi signoroni
all’Inferno li metterebbe, nei suoi gironi.
Donare senza pretese e gratuitamente
Fa sorridere anche Dio Onnipotente.
Allora, se agli uomini il mio gesto passa inosservato,
(non so quanto e come) ma sicuramente sarò premiato.

Pubblicata  su LA SETTIMANA settimanale cattolico diocesano.

Ricorrenza di tutti i fedeli defunti

Voi in vita li avete molto amati,
e certamente non vi spiegherete perché
vi ricordano solo in questo giorno.
Fanno a gara per adornarvi le tombe,
ma no non rispettano il vostro riposare in pace.
Dal parlottare che si ode nei cimiteri,
invece di un luogo sacro sembra un mercato.
Si sono dimenticati che a voi
servono preghiere e suffragi,
e gradireste essere ricordati più spesso.
Ricordarsi di voi una volta all’anno
serve solo mettere a tacere la coscienza.
Oggi sarebbe opportuno ricordare l’episodio
del ricco Epulone, che dall’inferno esigeva,
invano,di fare avvisare i propri fratelli,  
dei pericoli che correvano non comportandosi bene.
Solo chi agisce come il povero Lazzaro
accumula tesori per il Paradiso.
Fermiamoci a riflettere e impariamo
a pregare e rispettare i nostri defunti.

Credere, fede, speranza e carità

Tutte le feste al tempio mentre pregavo Iddio,
pensavo che fare il bene fosse un dovere mio.
Feci del bene un giorno per non mostrarmi ingrato,
Ma chi l’ha ricevuto non me l’ha dimostrato.
Quando l’uomo è nei guai  chiede aiuto,
poi passata la bufera si dimentica tutto.
Per chi fa il bene è brutto,
se per giunta le tolgono il saluto.
Uno che la sapeva lunga diceva: “Chi riceve il bene,
ricordare chi l’ha aiutato non conviene,
se si dimentica di chi gli ha dato una mano,
non deve niente a nessuno”.
Questo è dir poco un comportamento disumano.
So per esperienza, che questo è normale,
in un mondo dove tutto è superficiale.
A questo punto dubbioso è scoraggiato,
di tirare i remi in barca fui tentato.
Ma a rassicurarmi in fine ci ha pensato Iddio,
che mi ha detto:
“Continua a fare il bene il resto ci penso Io.                                                                           

Lo spunto per questa riflessione mi è venuto                                                                                       oltre da una mia convinzione, anche da un cartello
che ho letto all’entrata di un negozio
molti anni fa e diceva cosi:
“Tutte le feste al tempio mentre pregavo Iddio,
pensavo che fare credenza fosse interesse mio.
Feci credenza un giorno, per non mostrarmi ingrato,
perdetti l’avventore e più non fui pagato.
Per giuramento stabile e di lunga permanenza,
amici miei credetelo non faccio più credenza”.

La trovata era ottima ma è stata inutile e tardiva
perché dopo poco tempo il negoziante è fallito.

Il cammino della speranza

La prima cosa che si nota sono gli occhi,
occhi luminosi, solari,
occhi pieni di speranza,
se le chiedi: “Cosa ti ha convinto a partire dalla tua terra”?
Gli si velano di tristezza e par che dicano:
“Non vedi, sono una mamma,
al mio paese la sorte per il mio bambino era la morte.
La causa: la fame, le malattie, le persecuzioni.
Chi governa non trova i soldi per dare da mangiare,
ma trova quelli per comperare le armi.
Ho speso tutti i miei risparmi,
per un passaggio su ad una carretta del mare.
Ti prego, anche se non ho la tua religione,
io posso “sacrificarmi”,
ti scongiuro salva mio figlio in nome del
tuo Dio”.

Gli annoiati

Chi va in chiesa per pregare,
spesso sente sussurri e parlottare.
Non è improbabile che mentre l’omelia stai ascoltando,
venir disturbato dalla solita ciarliera che sta parlottando.
Se per caso la inviti con garbo a far silenzio e meditare,
si schernisce e ti risponde “Che mondo, non si può più parlare”.
Se è un uomo il disturbatore e il caso non è raro,
per non essere visto a conversare, dietro una colonna si mette al riparo.
Tutti gli argomenti per passare il tempo sono trattati,
quando la S. Messa è troppo lunga reclamano ed escono arrabbiati.
Un consiglio amico, in chiesa, tieni un contegno composto e moderato,
non comportarti come fossi al supermercato.
Nelle feste importanti: Natale, Pasqua, Capodanno,
la chiesa è piena, ma non lasciati trarre in inganno.
Molti si recano in chiesa per tradizione,
tuttavia quello che manca è la devozione.
Vedere tutto questo fa male al cuore,
stiamo attenti a non prendere in giro nostro Signore.
Per fortuna la maggioranza son anime buone,
e da queste dobbiamo prendere lezione.
La chiesa è il luogo dove si va a pregare,
evitando di dare il brutto esempio e… disturbare.

L’amicizia

Da quando ragiono ho imparato e mai lo ignoro,
chi trova un amico trova un tesoro.
Con tutte le mie forze ho dato amicizia,
ma quasi sempre ho raccolto avarizia.
Ho cercato amicizia sui banchi di scuola,
ma di amicizia solo qualche parola.
Fattomi uomo, fra gli operai ,
ma quale amicizia, solo dei guai.
L’invidia era il pane quotidiano,
vallo capire il genere umano.
A militare dove sono andato,
li un vero amico ho incontrato.
Ma come sempre quando viene il gelo,
questo mio amico è morto e ora sta in cielo.
La vera amicizia è una cosa rara,
mi disse un giorno una persona cara.
“Quando la incontri come l’amore
fagli posto dentro il tuo cuore”.
A questo punto, pensavo di essere iellato,
invece due amici ho incontrato.
Sono mia moglie, sono mio figlio,
anche se in ritardo Ti ringrazio Dio buono,
e di essermi lamentato Ti chiedo perdono.

Chi sono gli amici

Sono quelli che nell’infanzia, pur essendo bambini,
ti fanno i dispetti, litigano, ma ti aiutano e ti stanno vicini.
Arriva la scuola che non insegna solo nozioni,
ma che l’orizzonte devi allargare per varie ragioni.
Nascere ignoranti è un fattore normale, è la natura,
restare ignoranti è una colpa, e ti rende precaria la vita futura.
Diventi amico di nuovi compagni e questo lo sai,
ma anche della tua maestra, che mai scorderai.
Quando ti castigava la trovavi indisponente,
ora la ringrazi di averti aperto la mente.
Non solo la scuola ma oratorio e chiesa,
e qui ti trovi una bella sorpresa.
Trovi un amico in abito talare,
che non ha una sua famiglia, ma è li per insegnare.
Insegnare che gli amici terreni sono importanti,
e ne abbiamo uno in cielo che supera tutti quanti.
La sua amicizia te la dimostra sotto voce,
dicendo:”Per te sono morto sulla croce”.
L’adolescenza nostra, siamo sinceri,
ci ha fatto scoprire gli amici più veri.
Quelli che il destino ha fatto migrare lontano,
e se ne hai avuto bisogno ti hanno una mano.
Fino all’arrivo nel momento della vita,
quando ti arriva un’amica, la più gradita.
Non solo un’amica, te lo dice il cuore
è il tuo avvenire, è il tuo amore.
L’amore che porta i suoi frutti,
ti porta l’amico più caro di tutti.
Lei te lo offre come un candido giglio,
più di un amico: è nostro figlio.
Tra gli amici che non posso scordare,
uno l’ho trovato in divisa militare.
Era generoso e altruista, ora è in cielo,
di lui mi è rimasto un ricordo sincero e bello.
E’ doveroso e sono immensamente grato,
ricordare i due amici che la vita mi hanno dato.
Avete capito, son mamma e papà,
i quali ora mi proteggono dall’aldilà.
Val bene la salute, va bene il denaro;
ma l’amicizia è il dono più caro.
Chi trova un amico trova un tesoro, non di moneta sonante, ricordati però, il suo valore è molto più importante.

La gioia aspettando il Natale

In questi giorni, quanti non segni ti arrivano anche se sei distratto,
per dirti che il Natale è arrivato.
Ti arrivano dalla TV, spot di ogni tipo,
spesso tanto volgari da far schifo.
Per fortuna a questo punto siamo presi da ricordi passati, ma tanto belli,
quando bastava poco come regalo: una sciarpa, un berretto che ci sembravano gioielli.
Ma quello che rimpiango è la gioia e l’allegria,
che avvertivo attorno camminando per la via.
Si andava a vistare i presepi allestiti con amore
all’ospedale o a casa di riposo delle suore.
Che gioia, che festa, tutto era più bello,
la Madonna, San Giuseppe e il bambinello.
Anche la natura si adeguava,
spesso per Natale e Capodanno nevicava.
Anche gli alberi spogli si vestivano a festa e non era cosa rara,
vedere ‘piroli’ di ghiaccio e coperti di ‘sizara’.
Non si sentiva il freddo né il rigore,
perché si aveva caldo il cuore.
Gesù bambino non abbandonarci per carità,
vieni ancora una volta per gli uomini di buona volontà.

Trecenta, 2001

L’alter ego

Non ho mai desiderato conoscerti perché mi eri antipatico.
Ma ora che mi trovo in queste condizioni sono costretto ad aprire un dialogo con te.
Aggredendoti ti dico: “Lo sai che una parte dei miei guai me li hai procurati tu”!
Io ora sono debole e ammalato.
Tu eri forte e prepotente.
Io ora sono costretto a chiedere aiuto.
Tu eri arrogante e menefreghista.
Io ora devo chiedere scusa per i guai che ho commesso per colpa tua.
Tu invece ti sentivi superiore e autosufficiente.
Ora io mi sento piccolo, bisognoso di pregare Dio.
Tu allora ti sentivi invece grande e onnipotente.
Ora la mia compagnia è la miseria ed il dolore.
Tu dicevi: “Sta allegra anima mia, cosa ti potrà succedere”?
Se i miei amici di oggi tenessero conto di come gli hai trattati?
Non era il caso che ti comportavi meglio?
L’io che eri tu da giovane, si è disintegrato.
Tu non esisti più.
Sei stato sostituito da quello che ora deve scusare le tue malefatte.
Penso che sia giunta l’ora di ricordare; noi due insieme, ai pochi amici che ci ascoltano.
Che dopo la primavera, viene l’inverno.
Che dopo la giovinezza viene la vecchiaia.
Che dopo la forza viene la debolezza.
Ma che anche dopo l’inesperienza viene la saggezza.
Amici finché siete in tempo, sforzatevi di essere più modesti,
comprensivi, e altruisti.
Comportandovi così, eviterete i nostri sbagli,
almeno voi; per noi è troppo tardi.