Tutti gli anni leggi sui giornali
titoli a caratteri cubitali.
Anche quest’anno il Capo dello Stato
i Cavalieri del lavoro ha nominato.
Ogni premiato, è normale,
ha avuto un merito speciale.
In terza pagina c’è un articoletto
che riguarda un incidente maledetto.
Per fortuna il malcapitato
con varie trasfusioni i medici hanno salvato.
Distratto caro il mio lettore,
per quel sangue c’è stato un donatore!
Un donatore che gratuitamente
ha dato il suo sangue non chiedendo niente.
(Qualche Cavaliere, non tutti, il sangue ha succhiato
per arrivare al punto dov’è arrivato).
Ai donatori dell’A.V.I.S. questo non impressiona,
loro lo sanno che hanno fatto un’opera buona.
Quand’è sul lettino del Centro trasfusionale
per lui donare è una cosa normale;
non si chiede a chi, il sangue è destinato:
lui è contento di averlo donato
se a un bianco, a un negro o mulatto,
gli basta sapere che a salvare una vita ha collaborato.
Sono certo che se Dante riscrivesse la sua opera immortale,
in Paradiso al donatore riserverebbe un posto eccezionale.
Non voglio esser cattivo, ma certi signoroni
all’Inferno li metterebbe, nei suoi gironi.
Donare senza pretese e gratuitamente
Fa sorridere anche Dio Onnipotente.
Allora, se agli uomini il mio gesto passa inosservato,
(non so quanto e come) ma sicuramente sarò premiato.
Pubblicata su LA SETTIMANA settimanale cattolico diocesano.