Archivi categoria: Poesia

La Madonna di Loreto

In una contrada del mio paese, c’è una chiesetta,
dedicata alla Vergine Benedetta.
Sono contento, molto contento, lo ripeto,
la Vergine Maria è la Madonna di Loreto.
Per chi ha fatto il militare nell’aeronautica, come me,
una protettrice più cara e bella non c’è.
Se la guardi bene, Lei e il Suo Bambino, hanno la faccia scura.
Perché amici, quando vediamo un Africano prendiamo paura?
Forse che, come voi ed io,
loro non sono figli di Dio.
Dio a Loreto e a Czestochowa non ha avuto paura,
se la sua mamma ha la faccia scura.
Non siamo meschini, non giudichiamo la gente dal colore della pelle.
Siamo tutti sotto la protezione di quel Dio che ha creato il cielo e le stelle.
Il 10 Dicembre fa festa tutta la borgata,
in onore della Madre più amata.
Con i nostri difetti siamo contenti di avere la protezione,
della Madonna di Loreto avere la sua benedizione.

Trecenta, 8 novembre 2001

Madonna dei Cuori

Nei miei ricordi c’è una chiesetta,
dedicata alla Vergine benedetta.
Lasciare la casa dove sono nato,
tanto dolore mi ha arrecato.
Ma dalla nuova casa si vedeva un capitello,
il panorama che si presentava era veramente bello.
Specialmente a maggio mese dei fiori,
il fiore più bello era la Madonna dei Cuori.
Tutte le Domeniche era celebrata la S. Messa,
di non mai mancare feci la promessa.
In ginocchio la Madonna devotamente pregavo,
per la riuscita del mio matrimonio imploravo.
Quando un anno dopo ebbi la notizia che sarei diventato padre,
un grido mi venne spontaneo “Ti ringrazio Vergine Madre”.
Il 25 aprile si celebra una festa a Lei dedicata,
per ringraziare ancora una volta la Madonna Immacolata.
Nel 1945 dalla catastrofe ci ha preservato,
anche se non lo meritiamo, rivolgici ancora un volta il tuo sguardo beato.
Gli uomini ancora una volta sono  impazziti,
solo con la guerra vogliono risolvere i conflitti.
Tuo figlio morendo per noi in croce ci ha insegnato,
che un modo pacifico caparbiamente va trovato.
Perché la vera pace viene solo dal cuore,
le bombe e le armi portano solo lutti e dolore.
Vergine Maria intercedi presso Tuo figlio, per carità?
Affinché salvi questa sgangherata umanità.

Amen

Macerie

Macerie
L’occhio vede, e la ragione fa proprio
Il grido della vedova, il singhiozzo dell’anziano imbrigliato.
Il cinguettio del bambino che chiede alla mamma:
“Perché non torniamo a casa nostra?”
Macerie
“Vedi”, risponde la mamma: “Se nelle favole il lupo è cattivo
nella vita l’uomo-lupo è spietato
si impossessa della tana altrui non per bisogno
ma perché è famelico.”
Macerie
Esalano odore di puzza
dovuta al passo felpato dello strozzino
che si impossessa del sudore del povero.
Macerie
La vedova, l’anziano e il bambino
trovano consolazione nella loro onestà.
Il mannaro sta bruciando all’inferno
e vede le macerie delle su opere,
vorrebbe essere perdonato
ma la sua coppa zuccherata l’ ha già bevuta,
ora assapora l’amaro fiele per l’eternità.
Miserie,
Travestito da pecora vorrebbe
mettere in guardia i suoi lupacchiotti,
ma dal fondo del calice li vede sbranarsi,
nel dividere la preda.
Il troppo rumore li intontisce
il rumore è quello del crollo
e restano solo …
Macerie

Trecenta 28/02/2002

Lettera a Giovanni Paolo II

Com’è  triste la quaresima  che stai vivendo.
Non Ti hanno ascoltato, e si sono incamminati 
verso la catastrofe.
Tu imploravi: “Non stancatevi di trattare, ragionate pregate il Dio della pace,
cercate una via pacifica, la guerra non risole niente, porta solo lutti  e distruzioni”.
I Tuoi interlocutori si sono dimostrati: sordi, cocciuti, fermi nei loro propositi di giustizieri.
D’ accordo, di ragioni ne hanno, ma sono i mezzi per farle rispettare che Ti addolorano.
Parlano di guerra preventiva; ma guerra è.
Parlano di bombe intelligenti;ma bombe sono.
Come si può pensare che una bomba lanciata colpisca il cattivo e risparmi il buono.
Parlano di ristabilire un ordine con un disordine.
Di ricostruire dopo avere distrutto.
Non pensano ai morti innocenti ai feriti, a chi perde la casa, alle mamme che perdono i figli.
Non Ti viene il dubbio che sotto, sotto non ci sia l’interesse, il petrolio, il potere.
Per le loro gesta passeranno alla storia, ma con quale tributo di sangue e di dolore.
Tu invece novello Cristo, Ti  sarai ritirato in preghiera e avrai sicuramente pianto.
Penso però che il dolore più grosso Te lo abbiano arrecato quelli che si professano cristiani,
che con l’alibi che i dittatori vanno combattuti (e sono d’accordo, ma non con i mezzi che impiegano) si riempiono la bocca che questa guerra è giusta; è una bestemmia.
Condivido il Tuo dolore, e con Te prego per chi patisce, perché Dio li aiuti, e anche per
quelli che ne sono la causa, perché si ravvedano e almeno chiedano perdono.

Con affetto
Il tuo amico Guido.

Invito a pranzo

Questa l’è na storia poco bela, senti,
me par de sentir dire “Le te capita tute a ti.”.
Ierino quatro operai e sen stà invità ad un pranzo aziendale,
‘en dito “Voto vèdar ca nevega anca sa sen a carnoale”,
parchè saevimo da chi era offerta la porcheta,
lu a ghe piasea comandare a bacheta.
Ierimo bei, a sen vestio da festa,
ma subito la giornata se presenta funesta:
la parona della locanda, Pia di nome e di fato,
la se dise “I stà tratandove come el me gato
quando cal fa le bize con la me gatina
subito lo sero in catina.
So par sicuro che a tavola con loro, i paroni, ne ve vole in compagnia,
ho preparà par valtri in stireria.”
Furibondi a sen da su tute le furie, podì imaginare,
e al capo azienda a sen fato spiegare.
Al capo i ga fato dire i tiranni: non sarà mai,
che i paroni i vaga a tavola con gli operai.
Dito e fato sem messo d’accordo,
e ghen dito al capo c’lè un tordo.
Gho dito mi, par tutti “Se invito un ospite a casa mia,
non lo metto a magnare in stireria”
Senza dire altro e in fretta,
se andà a casa nostra a magnar fasoi e ghen lasà la so porchetta.
La nostra amica Pia la sa riferio “Gnente a ghi perso
perché anche a loro la porcheta la ghe andà par traverso.
Le stà ne bega par tutto il pranzo tra i veci e i zoani imprenditori
A ne servio gnanche l’amaro per digerir ai nostri signori”
Eravamo poveri ma con tanta dignità
Lori i ghea i schei ma non iera signori, questa è la verità.


Trecenta, Ottobre 2001

La guerra

Hanno un bel daffare gli uomini saggi nel costruire
se i malvagi continuano a distruggere.
Se la guerra provoca solo dolori e distruzioni ,
perché gli amanti dei conflitti non comprendono
che le risorse che servono per ricostruire
si potrebbero utilizzare per sfamare i popoli bisognosi?
Se Dio ci ha creati liberi,
perché non usiamo meglio la nostra libertà?
O vogliamo far pentire,
Dio e le nostre mamme di averci fatto nascere?

La gratitudine

L’uomo è un animale strano, anche dopo morto,
vorrebbe avere ragione anche se ha torto.
Ammettere i propri errori è un comportamento ragionevole,
c’è invece qualcuno che questo atto lo considera disonorevole.
Mi è successo un fatto, che mi ha inserito un rospo in gola,
pensando che la ragione è una sola.
Ammetto tutti tirano la ragione dalla propria parte,
a sostegno della mia calo le carte.
Un mio parente se l’è presa male,
per un torto che a me sembra banale.
La causa è questa e mi rimetto al vostro giudizio,
si è arrabbiato perché non invitato ad un sposalizio.
Sinceramente  se succedesse  a me questo fatto,
griderei ad alta voce: “Dio sia lodato”.
Quello che non capisco è da un lato,
come mai non si ricorda più i piaceri che gli ho fatto.
Però l’esperienza mi fa capire facilmente,
arrabbiandosi, ha un alibi e pensa di non dovermi più niente.
Per fortuna la natura mi ha dotato della ragione,
e, anche senza la sua gratitudine, campo benone.

A Gesù Crocefisso

Cristo, dal Paradiso ci guardi preoccupato,
e vedi il tuo popolo diviso e sbandato.
I Tuoi  insegnamenti spesso sono dimenticati,
e i tuoi sforzi vanificati.
A Cana hai benedetto il matrimonio,
oggi quaggiù, chi resta unito merita un encomio.
Hai detto: “Chi scandalizza un innocente sarà dannato,
meglio per lui se non fosse mai nato.”
Qui i bambini sono merce da sfruttare a piacimento,
ne neghiamo la nascita e poi nati, li manipoliamo a nostro godimento.
Tu hai detto “Lasciate che i piccoli vengano a Me”,
anche noi li adeschiamo, ma non si sa il perché!
Tu, la Maddalena, perché pentita l’hai  perdonata,
la Maddalena oggi viene ridotta a oggetto e poi buttata.
Hai detto: “Difficilmente i ricchi vanno in Paradiso,
di queste parole oggi i paperoni se ne fregano con un sorriso.
Tu hai guarito tanto, chi stava male,
oggi non succede, a volte, neppure in ospedale.
Tu ci hai fatto l’augurio: “La pace sia con voi”,
noi parliamo di guerra dimenticando i consigli Tuoi.
Sta per finire il Carnevale, la gran festa,
in Quaresima, converrà metterci la cenere sulla testa.
Per i nostri peccati, Tu ti sei immolato,
se capiremo questo comincerà il nostro riscatto.
Dopo la Quaresima, anche per noi sia Pasqua? Ti preghiamo per carità,
solo col tuo aiuto, si può salvare questa sgangherata umanità.   
Amen

Fede gastronomica

Conoscevo la fede religiosa, calcistica, del denaro,
ora ho scoperto che c’è anche una fede misteriosa.
A maggio molti vanno ai fioretti,
solo perché alla fine servono buoni manicaretti.
Qualcuno durante la recita del  rosario,
spera che alla fine il menù sia vario.
Nel frattempo si distrae e recita una prece,
che più o meno è di questa specie.
Vi prego Maria e Gesù,
a me la roba dolce proprio non va giù.
Ascoltami Gesù Bambino,
io preferisco un bel panino.
Che sia ben ripieno di affettato,
di salame, prosciutto, o altro insaccato.
Se poi invece di uno sono due o più,
ti ringrazio fin d’ora buon Gesù.
Scusami se ti ho scomodato,
la mia è la fede del palato.
E’ una fede che ho fin da bambino,
già che ci sei provvedi un buon bicchiere di vino.
Se poi vuoi farmi un altro omaggio.
Fa durare cento giorni il mese di maggio.
A chi mi dice che serve per fare aggregazione,
io dico: “Ci sono altri modi, oltre l’indigestione”.
Replicano: “La maggioranza che partecipa è gente devota”,
ma la minoranza rischia la gotta.    
In più ritengo sia una casa buffa,
unire la preghiera e il mangiare a uffa.
Inoltre non è bello mettere le famiglie in competizione,
non per chi ha pregato meglio, ma chi ha provocato più indigestione.
E’ vero, anche alle nozze di Cana si è festeggiato!
E Gesù,  i pani e pesci ha moltiplicato!
Però sono passati alla storia come miracoli necessari,
non certamente erano eventi culinari.
Imploriamo invece da Maria Santissima i suoi doni,
per diventare migliori e più buoni.
Impariamo a fare del bene e pregare,
e perché no, anche  a digiunare.

La fede

Si  fa presto dire ho fede,
 più difficile è esserne veramente in possesso.
Se è adesione di mente e anima ad una verità,
rivelata, sopranaturale, non discutibile?
Quando è che mi avvicino a capire queste verità?
C’è bisogno di lunghi discorsi? O di esempi?
I discorsi vanno lasciati ai studiosi.
Allora, proviamo seguire la seconda strada.
Come si fa negare Dio sotto un cielo stellato!
Quando in primavera vedi i prati in fiore!
Alla nascita di un bimbo!
Alla perfezione del corpo umano!
E perché no, di fronte alla morte!
Allora chi non ha fede non ha speranza.
Chi non ha fede non ha carità.
Chi non ha fede non può pregare per i suoi defunti.
E se di fronte a loro e per loro,
non può pregare, le resta solo la disperazione.
Gli animali non hanno fede, se mai
 si fidano solo per sopravivere materialmente.
Se il mite e il malvagio hanno lo stesso destino?
Se la vittima e il carnefice hanno medesima sorte?
Se il ladro e l’onesto ricevono lo stesso premio?
Che differenza ci sarebbe fra l’uomo
ragionevole e gli animali istintivi?
Chi crede, ama, chi crede spera e vive due volte.
Dio, mio ti ringrazio di avermi dato la fede.