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Allegra compagnia

Il lavoro non pesa se sei con una compagnia allegra

Sono un poeta molto ruspante,
ma di cose da raccontare ne ho tante.
Qui mi presto ad esaltare,
una allegra compagnia che è da ammirare.
Manuela e Ilaria sono due amiche,
e dire il vero sono veramente squisite.
Una è grande l’altra piccina,
fanno venire in bocca l’acquolina.
C’è Mattia e c’è Andrea,
ora di sera ti fanno venire la cefalea.
Manuele ora sta facendo il militare,
è di buon carattere e quindi da elogiare.
C’è poi Beppe con molte assenze,
va a pescare e non prende mai niente.
La Palmira  sua moglie, questa da raccontare è bella,
ha sempre vuota la sua padella.
Il principale è presto detto,
è tranquillo solo quando è letto.
Il resto della compagnia sono mamme,
se  tocchi i loro figli sprigionano fiamme.
Chi ha scritto queste  sciocchezze,
parla di continuo e mai non smette.
Se ho detto cose irriverenti ora mi scuso,
se mi prendete a botte risparmiatemi almeno il muso.  

Alba sul fiume

All’albeggiare una lieve coltre di nebbia,
filtrata dai raggi del sole nascente
nascondeva la superficie dell’acqua 
come un velo sottile, destinato a scomparire
al  primo soffio  mattutino.
Gli occhi di chi guardava rimanevano estasiati 
nel vedere apparire il corso del fiume
in tutta la sua bellezza.
Come per incanto si popolava.
Colpivano i gesti mai scomposti
del pescatore mentre ricuperava 
le reti posate la sera prima.
Se rispondeva al saluto con allegria
voleva dire che la pesca era buona,
altrimenti sudore e fatica sprecati.
Al nero pece della barca faceva
contrasto il bianco piumaggio 
di gruppi di oche e anatre domestiche.
Vedere come si tuffavano alla ricerca di
pesciolini e alghe era uno spettacolo.
La mente andava ai loro poveri  padroni,
(queste erano tra le poche ricchezze che
potevano contare, la carne e le uova,
le quali facevano meno grama la loro vita.)
Caro vecchio fiume allora le tue
acque erano fonte di vita,
erano talmente pulite da poterle bere.
Ristoratrici nelle calure estive.
Memorabili rimangono le lunghe nuotate
fatte in compagnie promiscue.
Maschietti imberbi ma con occhi maliziosi,
femminucce vestite con tuniche bianche
che una volta inzuppate lasciavano 
intravedere corpi meravigliosi,
guardarli non si faceva peccato,
tanto areno opere d’arte del Creatore.
Dolce fiume sei rimasto solo un caro ricordo
ora le tue acque si sono intorbidate, emanano
odori pestilenziali, non specchi più il cielo.
Le bianche oche sono state sostituite
da bottiglie e taniche di plastica.
I  pesce gatto e le tinche divorati dai pesci siluro.
Ti ricordo quando eri fonte di vita,
l’incuria dell’uomo ha decretato la tua morte.
Ciao dolce e caro fiume, amico della mia gioventù.