Lettera a Giovanni Paolo II

Com’è  triste la quaresima  che stai vivendo.
Non Ti hanno ascoltato, e si sono incamminati 
verso la catastrofe.
Tu imploravi: “Non stancatevi di trattare, ragionate pregate il Dio della pace,
cercate una via pacifica, la guerra non risole niente, porta solo lutti  e distruzioni”.
I Tuoi interlocutori si sono dimostrati: sordi, cocciuti, fermi nei loro propositi di giustizieri.
D’ accordo, di ragioni ne hanno, ma sono i mezzi per farle rispettare che Ti addolorano.
Parlano di guerra preventiva; ma guerra è.
Parlano di bombe intelligenti;ma bombe sono.
Come si può pensare che una bomba lanciata colpisca il cattivo e risparmi il buono.
Parlano di ristabilire un ordine con un disordine.
Di ricostruire dopo avere distrutto.
Non pensano ai morti innocenti ai feriti, a chi perde la casa, alle mamme che perdono i figli.
Non Ti viene il dubbio che sotto, sotto non ci sia l’interesse, il petrolio, il potere.
Per le loro gesta passeranno alla storia, ma con quale tributo di sangue e di dolore.
Tu invece novello Cristo, Ti  sarai ritirato in preghiera e avrai sicuramente pianto.
Penso però che il dolore più grosso Te lo abbiano arrecato quelli che si professano cristiani,
che con l’alibi che i dittatori vanno combattuti (e sono d’accordo, ma non con i mezzi che impiegano) si riempiono la bocca che questa guerra è giusta; è una bestemmia.
Condivido il Tuo dolore, e con Te prego per chi patisce, perché Dio li aiuti, e anche per
quelli che ne sono la causa, perché si ravvedano e almeno chiedano perdono.

Con affetto
Il tuo amico Guido.

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