La chiesetta scomparsa

Se ha scomparire è una cosa brutta o di poca importanza il guaio è leggero,  anche se sempre guaio rimane. Ma se a scomparire è un gioiello, lascia l’amaro in bocca per non dire sconcerto.

Con la scusa di dare un aspetto più moderno e funzionale all’insieme dei fabbricati che costituivano l’opera “Casa S. Antonio”alcuni sventurati pensarono bene di demolire la Chiesetta dedicata alla Beata Vergine di Lourdes e la vicina casa canonica, nella massima indifferenza da parte dei cittadini di Trecenta. Solo con il passare del tempo si è capito di quale gioiello la comunità è stata privata.

Nel 1908 fece visita a Trecenta un sacerdote conoscitore dei problemi che colpivano i più poveri, gli orfani e i vecchi. Si chiamava Don Luigi Guanella. In quel periodo (1902-1913) era Arciprete di Trecenta Mons. Ugo Cappello, suo amico e collaboratore. Gia nel 1899 il Monsignore aiutò Don Luigi a far nascere a Fratta Polesine una casa della sua opera. Il Beato si era reso conto che anche a Trecenta le condizioni di vita erano precarie e, con l’aiuto dall’Arciprete e dal lascito fatto con testamento dalla Signora Colognesi Amalia in Maggioni del Palazzo Cremonesi (ora abitazione dei signori Maghini e Bianchini), diede inizio alla sua opera.

L’Opera era sorta come asilo infantile e oratorio festivo ed ha trovato come prima sede appunto l’edificio donato dalla Signora Cologhesi. “Solo in un secondo momento, con l’aiuto del Signore che non l’aveva mai abbandonato, la provvidenza gli fece incontrare il signor Tullio Bellini, il quale lo aiutò a realizzare il sogno che da tempo accarezzava, quello di realizzare un’opera grandiosa per quei tempi, il Bellini le fece dono di una vasta area nei pressi della sua prima casa, su cui furono costruiti i locali della casa di ricovero e quelli per alloggiare le orfanelle” (dalla biografia su  Don Guanella di Vasco Lucarelli).

Come sappiamo l’opera fu chiamata Casa S. Antonio e fu affidata alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, ordine fondato dal Beato Luigi Guanella. L’inaugurazione dell’opera intera avvenne poi l’11 febbraio 1912.

Il complesso era costituito da un edificio a due piani, tuttora esistente anche se ristrutturato, che ospitava le aule e le camerate per i vecchi e le orfanelle e i servizi, un secondo edificio più piccolo, addebito ad asilo, la casa del benefattore che serviva anche da canonica e da una bellissima chiesetta. L’edificio sacro era dedicato alla Beata Vergine di Lourdes, che si festeggia l’11 febbraio  (per i Trecentani la “Madonna del sior Tullio”). Nella sua semplicità la chiesetta era unica, composta da una sola navata. Già come si entrava si era colti da una sensazione di pace e di  letizia, sullo sfondo dopo il presbiterio e l’altare, trovava posto una bella grotta, copia di quella di Lourdes.

Non potrò mai dimenticare la prima volta che, accompagnato da mia mamma, la visitai. Eravamo pochi giorni prima dalla Festa dedica alla Madonna, alle sue pareti erano appesi stendardi e bandiere tutti gli altari addobbati. La grotta era illuminata da centinaia di ceri votivi e  al posto d’onore vicino all’Altare Maggiore la statua della Madonna. Un vero Paradiso, per quelli che come me, questo gioiello se lo ricordano e sapere che è stato distrutto mette malinconia. Se poi verifichiamo che è stato sostituito da un edificio tozzo e freddo, lo sconforto e il dolore cresce. Perdonami Beata Vergine se parlo così della Tua nuova casa.

Per rispetto dei donatori, per l’affetto dei devoti, per la devozione alla Madonna, questo gioiello doveva essere salvato!

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