I sotterranei del Palazon

A quei tempi i sotterranei del Palazon erano usati come cantina perché l’ambiente era più che ideale, fresco, umido quanto basta e ventilato per evitare muffe dannose.

Purtroppo per renderlo adatto allo scopo si dovette procedere ad una grossa trasformazione. Parte dei sotterranei non erano livellati ed il pavimento era sconnesso. Per rendere i sotterranei adatti allo scopo furono interrati. Già lo erano parzialmente a causa dai detriti portati dai corsi d’acqua sotterranei ma il definitivo livellamento è avvenuto per opera dell’uomo. Basti pensare che per fare ritornare i sotterranei come li vediamo oggi ci vollero molti mesi di scavo. 

Sul pavimento livellato furono sistemati grossi tini e capienti botti, talmente grandi da avere bisogno di una porticina stagna che permettesse ad un  uomo di entrare ad effettuare la pulizia del deposito prodotto dal vino.

L’uva era conferita dai contadini che lavoravano i terreni della Tenuta Spaletti. Essi si dividevano in due categorie: i Mezzadri e i Trentotto. I primi conferivano la metà dell’uva che producevano, i secondi il sessanta due per cento della loro produzione.

Il vino una volta fermentato nei tini, era travasato nelle botti. Il cantiniere esperto in materia era il sig. Zanella Giovanni. Una volta giunto a maturazione il vino veniva venduto. Ovviamente i Conti Spaletti pasteggiavano con il Chianti.

Termino il mio racconto con la convinzione che se chi ha preso certe decisioni fosse stato meno superficiale, certe nefandezze non si sarebbero verificate. Però deve anche essere sottolineato, che per la sensibilità di altre persone questo gioiello, “El  Palazzon”, è tornato agli antichi splendori.

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