Da molti giorni è un'ossessione, sui giornali, radio e televisione. Si parla, un anno fa è successo un fatto tremendo, non riconoscerlo sarebbe un fatto orrendo. Migliaia d’innocenti hanno perso la vita, e tutti ci siamo accorti che un'era è finita. Quello che non capisco è il Presidente U.S.A. oggi lo vedi in preghiera e domani alle Nazioni Unite va a parlare di guerra. Vuol fare guerra ad un dittatore disumano e non ricorda che i suoi predecessori le hanno dato una mano. Dicevano possiede l'oro nero, il petrolio, è meglio tenercelo amico e qui è nato l'imbroglio. Ben presto si è rivelato inaffidabile, per fermarlo e decretare l'embargo è stato inevitabile. Dell'embargo se ne fa un baffo, non lo sfiora nemmeno, e il peso del dolore lo sopporta il popolo iracheno. Donne, vecchi e bambini senza pane e medicine, e i gerarchi hanno invece ville, parchi e piscine. Di pace e disuguaglianza se ne parla all'infinito, però quello che conta è sempre il profitto. Per il Buon Dio non fa granché differenza, se le vittime sono di un piccolo paese o di una grande potenza. Da questi fatti, impariamo la lezione, invece del portafogli facciamo funzionare la ragione. La guerra è un flagello ne abbiamo le tracce, e con tutte le nostre forze cerchiamo la pace. preghiamo Maria e suo figlio Gesù, e speriamo che di queste tragedie non ne succedano più
11 settembre, un anno dopo
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