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A Nicola Badaloni (1854-1954)

Dopo tanti spostamenti i Ta trovà il posto ideale,
i Ta fatto un monumento davanti la scola comunale.
Ma i scolari frettolosi i Te passa davanti,
i ne sa chiè ca ti si, i è ignoranti.
Se i ne te conosce non l'è colpa loro,
l'è dei genitori chi pensa alla cariera e al so laoro.
All'ora a un grupo de putin a go dito: "Sa stè boni,
ve digo chiè cal iera Nicola Badaloni."
Al 'iera un medico di Recanati vegnù nel nostro paese,
con tante idee in testa e poche pretese.
L'ha speso tutte le so energie e capacità,
par solevar la pora zente della poertà.
La dieta dei nostri veci la iera magra,
forza da magnar polenta ghe vegnea la pelagra.
Al sa batù qua e in Parlamento,
e solo dopo tanti anni s'ha visto un meioramento.
Come tutti i omeni che i fa le belle robe,
i vien dismentegà, ne ho le prove.
Ma rivolgo a Lu e ghe digo quante volte i ta stapazà,
i Ta fato un monumeto su le scalinà.
Un posto più bruto i ne podea trovare,
solo i can sotto de Ti, i vegnea a pisare.
I Ta dedicà le scole Media in Piazza Marconi,
e poi i se fatto imbroiar come minchioni.:
al parchè i disea cl'è siria cascà,
ma dopo tanti anni i'è ancora là.
I  Te tirava da na parte o da l'altra par al so comodo,
e non i se incorzea che ti te stava scomodo.
In un comizio i disea: "La pensava come mi".
L'altro comizio ribatea: "Solo un sfaciato al por dire cusì"
Quando i Te dasea dell'antifascista Te ieri contento,
allora a Te domando "Cosa pensito di to amici oggi in Parlamento?"
I ha dito ca Te ieri un "magnapreti" anticlericale,
ma i se dismentega ca te combatù la pelagra flagello micidiale.
I ne se ricorda più, che le stesse robe al le fasea anche Gesù.
Me mama che de ste robe non la saea gnente,
la me disea non scoltare quel ca dise la zente,
l'ha portà me nona col tetano a farla visitare,
il professore scotendo la testa al ga dito "A ne ghè più gniente da fare"
Ascolta bene, al ga dito proprio cusì,
"A sto punto, prima a vien Dio e dopo mi".
In te sti giorni ca pare che i omeni i sia deventà mati,
ben vegna il gemellaggio de Tresenta e Recanati.
Là Te si nato, chi Te si morto,
anche se l'è tardi, è meio chi se ne abbia accorto.
A nome dei me concittadini Te chiedo perdono,
e ringrazio la provvidenza cla sa da Ti per dono.
I putin in silenzio e a boca verta ia scoltà,
e dopo tutti insieme un baso in cielo ia mandà.

Dott. Prof. Senatore Nicola Badaloni

E’ stato un illustre cittadino di Trecenta ma pochi lo ricordano. Questo scritto serve per ricordare chi era e quali sono stati i suoi meriti.

Nicola Badaloni, il Professore come a Trecenta tutti lo chiamavano, era nato a Recanati il 2 dicembre 1854, si è laureato all’università di Napoli il 27 agosto 1877.

Suo padre Leonardo era Ingegnere comunale che, per non avere interferenze nella professione, affidò le molte proprietà terriere ad un fattore, il quale, con l’imbroglio, se ne impadronì. Questo comporterà ristrettezze e disagi per la famiglia. Aveva quattro fratelli, due maschi laureati e due sorelle. Una si chiamava Anna, la quale convisse con lui fino alla morte.

L’11 luglio 1878 fu nominato medico condotto di Trecenta che a quel tempo era paese molto povero. Basti pensare che quando assunse la condotta, il 3,16% degli abitanti aveva la pellagra che è una malattia dovuta alla malnutrizione, il cibo consisteva per lo più di polenta.

Incaricato dalla deputazione provinciale di Rovigo, indagava sulle cause della pellagra e sui tremendi effetti che tale malattia produceva. Lui non si limitava solo a questo, ma aveva esteso il suo interesse all’ambiente economico, morale e sociale nel quale il pellagroso si trovava a vivere.

Questo lavoro lo tiene occupato per quattro anni e alla fine concluse: “I polesani devono variare i cibi e mangiare di più.” Un bel problema!

In quel periodo era impegnato anche in politica, nelle file socialiste. La militanza gli procurò molti guai, tanto che dovette lasciare la condotta di Trecenta e prestare la sua attività presso l’Università di Padova come aiuto–assistente alla cattedra di Medicina e Farmacologia.

Nel 1886 è eletto come deputato, poi dal 1889 al 1919 ricopre ininterrottamente la carica di consigliere provinciale. Il 3 ottobre 1920 è eletto senatore del regno su proposta del Presidente del Consiglio on. Giolitti. Il suo impegno politico fu sempre a favore dei poveri e dei malati.

Povero come era vissuto, Badaloni cessa di vivere il 21 maggio 1945.

Dimenticare il Prof. Badaloni sarebbe un grave peccato.