Trecenta ingrata

Parla Roberto
Eravamo nel 1925 quando mi hai convinto,
che se avessimo messo insieme le nostre forze avremmo vinto.
Io ho donano la mia villa, la mia casa natale,
e tu col tuo sapere hai fatto sorgere un Ospedale.
Per tre generazioni ha ospitato i malati nel corpo,
hanno trovato nelle sue mura saluto e conforto.
Con eccellenti medici e pochi infermieri,
il malato si sentiva amato e ringraziava loro con sentimenti sinceri.
Oggi negli ospedali di personale ne vendo un stravento,
ma spesso il malato è poco contento.
E cosa pensare di quelle suore di bianco vestite,
solo a vederle ti davano conforto ora sono sparite.
L’opera svolta dovrebbe essere ricordata,
ma come succede spesso la gente si è dimenticata.

Risponde Ferruccio
Tu almeno sulla tua casa hai conservato il nome scritto,
la mia sta crollando e nessuno muove un dito.

Replica Roberto
Secondo te di questa scritta dovrei essere soddisfatto,
ma non lo vedi che l’ospedale è abbandonato.
Ci sono dei progetti per adibirlo ad altra destinazione,
ma per realizzarli dovrà passare una altra generazione.

In coro
Nel frattempo non ci resta che sperare
che l’incuria del tempo e dei nostri concittadini non lo faccia crollare.
Se con ritrovata buona volontà e devozione,
pentiti mettessero a profitto la lezione
Non è mai troppo tardi e non chiediamo una cosa pazza,
dedicateci una via, non pretendiamo una piazza.
E poi spiegate, per favore, ai vostri bambini
chi erano Roberto Rossi e Ferruccio Martini.

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