Pregiudizi

Il proverbio dice: “Contadino
scarpe grosse ma cervello fino”.          
Se è così, non si riesce capire
la storiella che sto per dire.
Sono stato in più di un caso testimonio,
al fallimento, o quasi, di un matrimonio.
I due protagonisti, di estrazione sociale diversa,
la stima reciproca hanno diminuita, finché si è persa.
Voi penserete che è stata la gelosia ad entrare in gioco,
no; è stata la differenza sociale a comparire poco a poco.
Caso strano è colpa dell’ignoranza e non del destino,
ad avere la peggio: è quello di professione contadino.
Dall’alto del suo scranno professionale, l’artigiano
apostrofava: “cosa vuoi sapere tu che avevi sempre la zappa in mano”.
Badate bene: aveva  solo la terza elementare,
per i primi tempi, l’offeso lo lasciava fere.
Uno può essere paziente finché si vuole,
Però il giudizio diventa insopportabile al cospetto della prole.
Dillo oggi, dillo domani e in ogni occasione,
non solo in privato, ma anche di fronte ad altre persone.
Anche i figli, plagiati dai discorsi del “sapiente” genitore,
si convinsero che l’altro era un essere inferiore.
Non penserete che l’offeso fosse meno intelligente,
no, era l’altro borioso e strafottente.
Anche per chi crede nella sacralità del vincolo coniugale.
esasperato cede, e finisce per rompere il rapporto matrimoniale.
La stessa situazione si può verificare,
quando i figli, il contadino fa studiare.
L’istruzione li catapulta in un altro ambiente.
e quello che sto per dire si verifica sovente.
E succede che i figli si vergognano un pochino
dalla mamma e del babbo contadino.
Spesso loro sono solo istruiti, e non capiscono per niente,
che anche se con poca coltura, il genitore può essere nato intelligente.
Non so se le mie argomentazioni convincano molti,
però si dovrebbero apprezzare di più i saggi, anche se non colti.
Andando di questo passo lo capirà anche un bambino,
quanto era più sano e bello il mondo contadino.

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