Ode al vino

Quando nella Sua opera il Creatore
mise il pane e il vino al posto d’onore,
tanto che quando sacrificò Suo Figlio per la nostra redenzione,
tramutò il pane e vino nel suo corpo per  evitarci una sicura dannazione.
Un fraticello paffuto e rubicondo, interrogato,
perché volesse tanto vino nel calice versato,
rispondeva: “Se penso che questo si tramuta nel sangue di Cristo, quanto è bello!
Senza sforzo ne berrei un caratello.”
Con queste mie argomentazioni, Buon Dio, non vorrei essere irriverente,
ma so che mi perdoni, Tu sei il Sommo Intelligente.
Qualcuno dirà: “Ma a questo, il vino piace assai.”
Solo un buon bicchiere a pasto e quando sono nei guai.
Per noi italiani è un vanto,
perché abbiamo Chianti, Barolo, Tocai e Vin Santo.
Scherzi a parte, questa è la questione,
come le donne, il vino va preso con moderazione.
Però, mentre le donne i guai te li procuran, a quanto pare,
un buon bicchiere di vino te li fa passare.
Forse è vero che bacco, tabacco e Venere
riduce l’uomo in cenere,
ed è una soluzione poco gradita,
però è meglio finire in cenere che privarsi di gustar la vita.
Quando vedo questa gente pasteggiare bevendo coca, birra ed altre brodaglie,
un colpo di dolore allo stomaco mi coglie.
In vino veritas, si dice di questa bevanda eterna,
la consiglierei anche a chi ci governa.
Perché quello che ci promettono in campagna elettorale già si sa,
non corrisponde quasi mai a verità.
A questo punto si conviene,
un bel brindisi ci sta bene.
Questo bicchier di vino di storto legno
più se ne beve più si perde l’ingegno,
con l’acqua si innaffia le piante e i fiori,
evviva la compagnia di questi signori.

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