Ero bimbetto e le sentivo cantare gli inni bene intonate.
“Chi sono” chiesi a mia mamma “quelle ragazze vestite uguali, tutte ordinate?”
Quante erano brave, quanto mi sembravano belle.
Mia mamma mi disse “Sono le orfanelle.”
Erano sempre accompagnate da una suora, che loro chiamavano “sorella”:
erano i tesori del Beato Luigi Guanella.
Tu hai una famiglia, mamma e papà.
Loro hanno trovato un Santo e la sua carità.
E’ venuto da Como, all’inizio del secolo, nella nostra terra povera ed avara,
con una discepola di nome Bosatta Chiara.
Ha fondato la casa S’Antonio delle suore della Divina Provvidenza,
dove si lavora, si prega e si fa penitenza.
Che Luigi e Chiara fossero persone speciali se ne accorsero tutti quanti,
ora sono Beati ma presto saranno Santi.
Il meno che si poteva fare, dedicargli una via
a un uomo devoto della Vergine Maria.
Annessa all’Istituto c’era una chiesetta dedicata alla Vergine Immacolata:
che tristezza, non so per quali esigenze l’ hanno disfatta.
Ne hanno costruita un’altra di stile moderno,
quando ci penso mi rodo all’interno.
Bando ai ricordi e alla malinconia
mi consola che anche questa è dedicata a Maria.
Tornando ai tempi lontani e alle orfanelle,
il destino ha voluto, non ci sono più neanche quelle.
Un ricordo mi viene in mente, che in tempo di guerra si pativa la fame
e che i miei genitori hanno donato all’Istituto qualche sfornata di pane.
Questo lo dico, non per avere meriti speciali, per carità,
ma per avere aiutato i figli del Beato Guanella e la sua straordinaria bontà.
A suora Iside il ricordo corre grato,
per quello che all’asilo mi ha insegnato.
Per il Beato Luigi, che ai poveri ha dedicato tutta la vita,
preghiamo Maria Santissima e Suo Figlio Gesù e la loro Bontà Infinita.
Trecenta, 7 Novembre 2001