Annibale Monsignor Giuseppe

Nato a Santa  Sofia di Lendinara il 10 marzo 1876. Morì improvvisamente il mattino del 21 maggio 1965. Fu ordinato presbitero  nella chiesa di S. Andrea di Adria. Ora è sepolto nel cimitero di Rovigo nella tomba del clero.
Dopo essere stato vicario spirituale e Arciprete a Salvaterra, nel 1913 andò quale parroco alla Tomba di Adria, di là fu trasferito a Trecenta, prima come vicario spirituale e poi come Arciprete dal 1915 al 1933. Era il periodo  turbolento passato alla storia col nome di “la Boje”.Oltre tutto, a fare di questo periodo un momento difficile per la chiesa locale, contribuì il prof. Nicola Badaloni fervente socialista, la cui dottrina attrasse molti cittadini locali e polesani .
Quindi era necessario un sacerdote deciso e capace. Pare, da quello che raccontano gli anziani interpellati, che Don Annibale (soprannominato “fiocco rosso”, dal fiocco che portava sulla berretta) abbia svolto in maniera lodevole il suo compito. Tanto che ancora oggi  chi lo ha conosciuto lo ricorda con devozione e rispetto. Come sempre in questi casi la sua opera era ben vista da una parte dei cittadini e osteggiata da altri.
Raccontano di discussioni accese e vigorose, ed era in questi casi, che emergeva la sua personalità. Era un buon oratore e aveva l’hobby della pittura , il suo lavoro più importante è stata la decorazione del teatrino parrocchiale(ora soppresso e adibito a magazzino). Altro bel lavoro è un soffitto decorato, e tutt’ora esistente in canonica che vale la pena di vedere.
Collaborò con i signori Marzari per la ricostruzione della chiesetta di Barguerina dedicata alla Madonna di Loreto. Pare che con l’amministratore e per incarico dei sig. Marzari, si sia recato di persona ad acquistare la statua della Madonna a Loreto. Da segnalare anche la vena poetica da cui era attirato.
Sue sono le parole dell’inno a San Giorgio, musicato dal Maestro A. Fornasari. Venuto in disaccordo con certi signorotti del paese, (evidentemente aveva esaurito il suo compito e non serviva più), rinunciò alla parrocchia e si trasferì a Rovigo come sacerdote libero.
Nel 1938 fu nominato canonico effettivo dell’Insigne Collegiata di Santo Stefano del Duomo di Rovigo.
Per molti anni celebrò nella chiesa del cimitero del capoluogo. Pubblicò molti sussidi per la predicazione. Torno a dire che a distanza di settanta anni, i pochi che lo hanno conosciuto e ancora viventi, ne parlano con entusiasmo e venerazione.  

pubblicato su LA  VOCE  DI  S. GIORGIO, settimanale  parrocchiale  di TRECENTA

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