Trecenta, al centro dell’alto Polesine, non era zona obbiettivi strategici e non ebbe gravi conseguenze sul piano materiale i quanto c’era ben poco da distruggere. Solo verso la fine del conflitto, per rendere più difficile la ritirata delle truppe tedesche, vennero bombardati i ponti sul Tartaro e sull‘Adige. Anche le scuole furono colpite da un attacco in quanto gli alleati pensavano erroneamente che le scuole ospitassero il comando tedesco di zona.
Se danni materiali se ne sono avuti relativamente pochi, moltissimi furono quelli dal lato morale. Molte famiglie persero i loro cari in guerra. Se molte mogli e madri hanno potuto riabbracciare i loro mariti e figli, altre non ne hanno saputo più niente dopo avere aspettato invano un loro ritorno a casa. A molte di loro, le autorità preposte, da loro contattate, rispondevano che il loro congiunto era “disperso”. Il che era ancora peggio perché continuarono lungamente a sperare invano..
L’anno scolastico 44- 45, a causa di forza maggiore, le lezioni furono sospese, per molti non è stato solo un anno perso, ma due perché non avendo provveduto a tenersi in esercizio hanno scordato quel poco che avevano imparato, e quindi, furono retrocessi alla classe inferiore. A causa delle gravi lesioni riportate dell’edificio delle scuole comunali, si è ricorso a edifici di fortuna, se la maggioranza degli alunni a perso un anno, questo è successo anche a Bruno e ai suoi fratelli.
Elena, questo lo ha potuto evitare, aiutata da un insegnante privato, non ha perso l’anno scolastico; i soldi fanno superare anche questi ostacoli. Una volta ottenuta la licenza elementare, Bruno, aiutato dalla sua maestra, signora Cortelazzo, a dire il vero, non solo lui, ma anche altri suoi compagni di classe. Per ottenere di essere ammessi alla scuola media, si doveva sostenere l’esame di ammissione, ( allora andava così). Questa prassi favoriva gli studenti che avevano possibilità finanziarie, queste le permettevano di andare a lezione private, naturalmente a pagamento e i poveri?
Vi pensava questa santa donna, quando la maggior parte degli alunni di quinta elementare usufruivano dei minuti di ricreazione, la maestra provvedeva a istruire i suoi protetti, lo faceva con tanta passione e maestria che nessuno dei suoi allievi veniva bocciato.
Ottenuta anche la licenzia media, si iscrisse all’ Istituto professionale “Enzo Bari”, di Badia Polesine.
Questo grazie al sacrificio sostenuto da tutta la famiglia.
Con orgoglio papà Cesare, dava risalto alla cosa, parlandone con gli amici. Tutto questo era di stimolo per il nostro studente, anche se il compito era arduo; doveva fare sedici chilometri di strada al giorno, sia con il sole cocente, che nelle giornate fredde e nebbiose, ( in questa zona, d’inverno, la nebbia non mancava mai).
Se a questo si aggiunge che le strade erano ghiaiate; quelle asfaltate non esistevano, si ha il quadro di quali sacrifici era sottoposto il nostro studente.
La fatica non li pesava, ma ciò che non lo abbandonava e che le teneva sempre compagnia, tormentandolo, nelle lunghe pedalate, era il pensiero: “Elena dove sarà, si sentirà in esilio, cosa starà facendo, continuerà a pensarmi”? Questo pensiero lo assillava fin da quando Elena era partita . Arrivarono le vacanze di Natale, il nostro amico era triste, sfiduciato, forse presagiva il peggio. Un barlume di ottimismo lo pervase quando il postino le recapitò un bigliettino profumato. Era di Elena, come primo gesto lo baciò, poi con il cuore in gola lo aperse, e lo lesse tutto in un fiato.
La sua amata gli spiegava il perché non gli fosse stato possibile scrivergli prima; e come farsi viva. Aveva provato, ma suo padre aveva fatto obbligo, alla Superiora di non fare partire lettere che non fossero dirette al suo indirizzo.
Lei però ha aggirato l’ostacolo mettendo il suo biglietto nella busta di una sua amica, pregando i genitori di lei di mandala a destinazione. Le prime parole che lesse, gli fecero sfiorare il cielo: “Amore mio, ti penso sempre, sapessi quanto mi è faticoso starti lontano, mi consolo guardando la tua foto, che tengo ben nascosta sotto il cuscino, sai che guaio se la trovassero le complici di mio padre; mi fanno pena, loro forse, non hanno mai provato quello che io provo per te. Anche il destino si accanisce contro di noi, devo dirti che non posso venire in vacanza, tutte le alunne del collegio sono in quarantena a causa di una malattia infettiva.
Termino dicendoti che ti amo da morire, ciao amore, la tua Elena.
Guarda : e disegnò tanti cuoricini intrecciati.
P.S. non scrivermi, le tue missive non mi arriverebbero, pensami”.
Per il nostro innamorato fu uno dei più bei Natali della sua vita, anche se aveva il rammarico di non poterla vedere, ma la sognava ogni notte. Non vi pare una bella storia d’amore anche se lui sedicenne e lei, di due anni in meno, in amore gli anni non contano, si può amare a quindici anni e a ottanta. Se per il nostro protagonista le cose andavano bene, la situazione generale viveva un periodo critico, scioperi e lotte di classe, coinvolgevano, anche il Polesine, Brutta aria tirava anche a Trecenta, ma per capire meglio in che contesto si sta svolgendo la nostra storia facciamo un passo indietro negli anni…..