Aspettando l’alba – 06

Guerra imposta e persa in partenza

Gia alla fine del 1938 si parlava di guerra imminente, le mire espansionistiche e l’odio razziale fomentato da Hitler e dal suo  emulatore Mussolini, non facevano prevedere niente di buono.

Infatti, il 27 settembre 1939, i tedeschi invasero la Polonia e fu l’inizio di una guerra disastrosa, terminata lasciando sul campo migliaia di vite umane. Al  dittatore tedesco si unirono nel 1940 quello italiano e il giapponese, formando il così detto “Asse”.

Memorabile il discorso che fece nel quaranta da Palazzo Vanezia Benito Mussolini, ad ascoltarlo una piazza gremita di popolo ubriacato dalla propaganda che sosteneva che la guerra era il solo modo di espandere il dominio italiano nei paesi vicini.

Risultato? Un disastro, vite umane seppellite(quelle fortunate) in mezzo mondo, dall’Africa alla Ruscia, in Grecia, Abania, Jugoslavia. 

E se ciò non bastasse, creando odio fratricida tra i cittadini italiani, fenomeno non ancora risanato, aggiungendo la perdita dell’Istria Italiana, faticosamente unita all’Italia nella prima guerra mondiale.

Come in tutte le guerre a soffrine di più sono stati i poveri la cosiddetta “ Carne da macello”.

Anche nella tranquilla famiglia sul gorgo si abate la tragedia sotto forma di due cartoline di precetto: una a papà Cesare e l’altra al figlio maggiore Giulio. Potete immaginare lo scompiglio che si è abbattuto sa questa tranquilla famiglia. “Voi che partite siate prudenti e noi che restiamo pregeremo per voi e sia quello che Dio vorrà”. Le parole di mamma Adele furono di conforto per i partenti e di incoraggiamento per il resto della famiglia.

A rendere meno pesante la situazione ci penso il congedo di papà Cesare, gli oltre quarantenni venivano rispediti a casa.

Però la sua permanenza, anche per pochi mesi in caserma, permise a lui che aveva vissuto la triste esperienza dalla prima guerra mondiale di asserire che le conseguenze di questo ultimo flagello sarebbero state molto più gravi e distruttive dalla guerra 15 – 18.

Giglio invece, dopo la cosiddetta visita di leva ed essere risultato idoneo, passarono pochi giorni quando ricevette la cartolina con  l’indicazione di  dove doveva recarsi, a Udine. Non ci volle molto a rendersi conto quanto fosse spassoso e burattinesco il mondo militare. I Trecentani che quel giorno si recarono a Rovigo, per la suddetta visita furono una trentina, l’unico che non sapeva andare in bicicletta sapete a che corpo è stato assegnato?

Al gruppo Bersaglieri ciclisti. Allora a Giglio venne in mente la storiella che le fu raccontata: “ Che all’entrata delle caserme militari vi sono le guardie perché non vi entri dentro il buon senso”.

Persona equilibrata e responsabile, non ci volle molto ad abituarsi alla disciplina militare. Queste sue dotti vennero notate anche dai superiori i quali li proposero di fare l’attendente del Generale Comandante del reparto. Lui accettò, e fu la sua fortuna.

Un anno dopo, ad una parte del reggimento di cui faceva parte fu ordinato che si doveva trasferire sul fronte russo. Giulio venne convocato d’urgenza dal Generale il quale li parlò così:

“Non sai quanto mi piacerebbe portarti con me, ma noi andiamo all’inferno, quindi ti consiglio di accettare di fare l’ attendente al mio secondo in campo”. E con le lacrime agli occhi lo abbracciò.

Risultato da quella spedizione, di duemila uomini che sono partiti, solo cento sono ritornati e fra questi non cera il suo “Comandante”.

Nel fra tempo gli alleati americani sbarcarono in Sicilia poi ad Anzio

I morti si contarono a migliaia su tutti i fronti di guerra.

E arrivò il famoso 8 settembre 1943, Giulio come molti altri militari scelse la clandestinità, altri rimasero fedeli ai tedeschi e si arruolarono nella Repubblica di Salò. Hanno fatto bene o fatto male, so solo che questi ultimi hanno contribuito ad uccidere molti loro fratelli italiani, al soldo del nemico nazista inferocito per il tradimento.

Le comunità si divisero, chi pro, chi contro. I seguaci di Mussolini  cacciatori, gli altri prede, in quanti finirono nei lagher nazisti? Molti.

Male chiama male, dopo la guerra furono messe in atto vedette, deplorevoli. Non si è messo in pratica il detto evangelico che: “ La miglior vendetta è il perdono”. Come ci ha insegnato Gesù.

Giglio rimase sconvolto dal racconto che gli fecero i suoi genitori:

“Abbiamo conosciuto due splendide persone, lui si chiamava Wolf,

lei Frieda, si sono presentati da noi consigliati dal postino, il quale le aveva riferito che qui al “gorgo” avrebbero trovato polli e verdura da comprare. Ci divento simpatico il loro parlare in un italiano stentato, ci dessero che erano di origine polacca, e niente di più.Venivano a piedi non avendo altri mezzi a loro disposizione, pagavano puntualmente; come avrai capito si istaurò una bella amicizia, poi un brutto giorno non si fecero più vedere, ci rimanemmo male e ci domandavamo cosa fosse successo, le abbiamo fatto o detto qualcosa di male?

Sai cosa ci ha riferito il solito postino a voce bassa, che i nostri amici vennero denunciati da trecentani con l’accusa di sporchi Ebrei, catturati e condotti al campo di concentramento di Fossoli-Carpi (MO). Ma non è finita qui, il nostro informatore, un anno dopo ci ha detto che da Fossoli furono portati in un lagher nazista e trucidati”.

Alle mamme che piangono i figli morti o dispersi, ai quali non potranno mai portare un fiore sulle loro tombe, intere città e paesi rasi al suolo, fratelli traditi da fratelli, ebrei traditi da cristiani, un uomo di buon senso si domanda siamo uomini o animali?