Aspettando l’alba – 18

Se per l’acquisto

Visto che una casa non si compera tutti i giorni, i due promessi sposi, vollero che a trattare l’affare fossero i loro due papà, Andrea e Bruno. I due, non essendo esperti in materia, si trovarono d’accordo nell’avvalesi dell’esperienza del signor Castellana, un promotore finanziario, amico del papà di Giusi. 

Parlandone con amici si convinsero che era un ottimo acquisto.

Qualche diverbio sorse invece tra i due giovani quando fu l’ora di arredare il loro nido: Giovanni era per il tradizionale, Giusi per il moderno. Tutto sommato la gara finì hai punti, perché nella camera da letto e nello studio prevalsero i gusti di Giovanni. In cucina e nel soggiorno a prevalere furono i gusti di Giusi. Ma nessuno dei due si lasciò andare a stravaganze. Solo chi si è sposato di recente sa quali e quanti impegni si devono affrontare: dalla scelta dei vestiti, all’arredo della casa, dal prendere accordi con il prete (la data l’avevano gia fissata), a dove fare il pranzo, dai confetti alle partecipazioni, a chi invitare. Tutto doveva essere preparato con scrupolo. Furono molto utili i consigli delle rispettive mamme. Però questo progetto seppure molto importante, non doveva incidere sulla loro vita lavorativa e agli adempimenti di tutti i giorni, anzi doveva essere di sprone e aiutarli a svolgere sempre meglio il loro lavoro.

La partecipazione a corsi di aggiornamento obbligava Giovanni in lunghi periodi fuori sede e queste separazioni rinsaldavano sempre più l’amore che nutriva verso la sua donna. Giusi non era da meno, quante telefonate e quanti messaggi si scambiarono in quei giorni è impossibile sapere.

Erano momenti febbrili per i due ragazzi e per i loro genitori. Durante le loro vacanze estive Elena e Andrea, genitori di Giovanni amavano fare lunghe passeggiare e durante una di queste uscite, Andrea, uomo schivo per natura, gli venne spontaneo fare alla moglie una domanda mai fatta prima:

 “Prima di stare con me, hai mai avuto qualche altro ragazzo?”

 “Vuoi spiegarmi perché solo ora mi lo chiedi? Forse ti è venuto il dubbio che non ti ami abbastanza? ”

 La risposta di Andrea fu pronta e decisa.

 “Scusami se te lo chiedo adesso, ma fino ad ora un po’ di timore. E poi, se devo essere sincero, non so neanche io perché ti ho fatto questa domanda”.

“Farmi incontrare te l’ho sempre pensato un dono di Dio.” Rispose Elena “Da quel momento la mia vita è cambiata come dalla notte al giorno. Questo credo di dimostrartelo tutti i giorni”.

Andrea accettò la risposta e scusandosi di nuovo, cambiò discorso.

Dopo la convalescenza, dovuta alla fastidiosa malattia, Bruno riprese il suo lavoro e meno male, lui odiava stare con le mani in mano, nelle ore libere tornò a occuparsi del giardino, trascurato negli ultimi giorni, quindi le ore da dedicare alle uscite erano poche, questo modo di fere infastidiva la moglie.

 “Senti Bruno, so che per te non è il massimo, ma devi capire che io ho bisogno anche del tuo consiglio quando devo recarmi a fare certi acquisti specialmente ora che la nostra “bambina” sta per sposarsi”.

 “Hai detto bene, non è il massimo per me andare a fare compere, ma visto che ne vale la pena oggi ti accompagnerò come fanno tutti i bravi mariti, sei contenta, dimmi che programma hai per oggi”.

 “ Direi di andare in centro a visitare quel negozio di abiti maschili dove siamo andati altre volte, è il posto ideale per trovare l’abito adatto che un papà deve indossare accompagnando la propria figlia all’altare”.

 Era un pomeriggio con una temperatura ideale, indicato, sia per chi avesse voluto passeggiare, sia per chi usciva per visitare i negozi o per fare compere. Bruno, rispettoso della promessa fata, quel pomeriggio assieme alla moglie presero l’autobus che portava in centro, dove si trovavano i negozi di una certa importanza.

 Per gli stessi motivi anche i coniugi Sarti ebbero la stessa idea, anzi chi ha programmato l’uscita è stato Andrea, la moglie invece non era dello stesso parere, asseriva di avvertire un certo non so che, che non sapeva spiegarselo neanche lei.

 Il marito con fere persuasivo la convinse ad uscire.

 Anche se si sforzava di apparire serena il suo modo di comportarsi lasciava intuire una certa inquietudine, tanto che il marito si premurò a chiederli:
 “ Vuoi spiegarmi cosa ti preoccupa, ti vedo pensierosa ed assente”?

 “Se lo sapessi te l’avrei già detto, comunque non è niente di grave”.

 Queste parole rassicurarono Andrea.

 Via del Santo, essendo sabato, era affollata, incontrarono amici e si scambiarono i soliti convenevoli di rito, incrociarono anche il Preside del Liceo “ F.Petrarca”dove insegnava Elena, accompagnato dalla moglie, si salutarono cordialmente come conviene a compagni di lavoro, giunti davanti al negozio di abbigliamento, il rinomato, “Ultima Moda”, decisero di entrare, a dire il vero non vi erano molti clienti, fatti pochi passi Andrea si rivolse alla moglie:

 “Elena, guarda quelli sono i genitori di Giusi”.

 Elena, rimase colpita non tanto dalla donna, che aveva conosciuto alcuni giorni prima, ma dallo sguardo di quell’uomo e rimase impietrita. 

  Andrea allungando il passo si accinse a dare la mano prima, alla donna, da buon cavaliere, i poi salutando chi le stava accanto:

 “Questo allora sarebbe il papà di quella che prossimamente diventerà la nostra nuora?

 Piacere, noi siamo i genitori di Giovanni, lei signora già la conosciamo”.

 “Bruno, il piacere è tutto mio”,

riusi a malapena a pronunciare queste parole, tanto fu colpito da gli occhi della signora che stava un passo indietro, quando le strinse la mano la senti tremare, come la sua.

 I lineamenti invecchiando cambiano, ma lo sguardo, gli occhi restano sempre quelli. Come per incanto il pensiero di Bruno andò a quel giorno, che seduti sulla panchina che si trovava in riva al gorgo quando la  prese tra le sue braccia, quanto era bella quella fanciulla e quasi ipnotizzato le dichiarò di essere innamorato pazzamente di lei, e avuto la risposta che anche lei sentiva gli stessi sentimenti, si scambiarono il primo bacio d’amore.

 Nel medesimo istante, Elena vide come in uno specchio, l’episodio di quando salirono in cima alla piccola torre, per ripararsi dal temporale, e ringraziando la provvidenza si trovarono uno nelle braccia dell’altro e trascorsero uno dei momenti più belli delle loro vita. Dopo la stretta di mano così emozionante capirono tutti e due che l’ora di sognare era finita e che dovevano dedicarsi all’avvenire dei loro figli.

 Dopo i convenevoli di circostanza e i saluti, una coppia si diresse verso il reparto maschile e l’altra verso quello femminile, visto che lo scopo era quello di consultare i prezzi e visionare i capi di vestiario, spese non ne furono fatte.

  Bruno riavutosi dallo shock per quello che era successo, se ne fece una ragione, visto che il passato non torna più, se non nei ricordi e si mise lavorare con più lena.

 Ci volle molto più tempo per Elena, conoscendo la sua sensibilità, si comprende il perché, ma con l’aiuto del marito si convinse che il passato e passato.

 Perché con l’aiuto del marito?

 Andrea si accorse che la moglie non era più serena come prima, ma dava la colpa al matrimonio di suo figlio; per una mamma e sempre difficile dividere un figlio con un’altra donna.

Non aveva capito che la causa era ben diversa. 

Per tutte e due le famiglie furono giorni frenetici quelli che precedettero il ventiquattro ottobre, giorno del matrimonio di Giovanni e Giusi.

Venne il giorno tanto agognato, i due sposini consapevoli del passo che stavano compiendo pronunziarono il “Si” che li avrebbe legati per tutta la vita, terminata la cerimonia, tutti convitati andarono a gara per fare gli auguri ai novelli sposi.

Di tutto quel trambusto ne approfittò Bruno per invitare Elena in disparte e con la voce tremante per l’emozione, esordi così:

 “Hai visto la felicità negli occhi dei nostri figli quando si scambiarono il bacio dopo avere pronunziato il loro si, allora per non complicare le cose io ti proporrei di tenere per noi il segreto del nostro passato non rivelandolo a nessuno”.

 “Per me è molto più difficile, sapendo quello che ho passato, ma sono pienamente d’accordo, quello che è accaduto è solo un patrimonio nostro”.

 Rispose Elena.

 Ognuno nel proprio intimo, sicuramente pensò:

 “Quello che non ci è stato permesso di fare noi, la sorte ha voluto che lo realizzassero i nostri figli, ora noi spetta di benedire la loro unione:

  “ERA DA TEMPO CHE ASPETAVAMO L’ALBA, ORA E’ ARRIVATA”.